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Le trasformazioni improprie
Si è già accennato a suo tempo che la dimostrazione della covarianza
dell'equazione di Dirac fatta al §2.3.2 vale solo per le
trasformazioni di Lorentz proprie, cioè per le trasformazioni connesse con
l'identità; ci interessa ora vedere cosa accade per le trasformazioni di
Lorentz improprie.
In generale si può sempre scomporre una trasformazione di Lorentz impropria
nel prodotto di una trasformazione di Lorentz propria per una delle tre
trasformazioni improprie di base:
|
(3.43) |
le cui matrici di trasformazione sono:
|
(3.44) |
e si noti che anche la terza può essere espressa come il prodotto delle prime
due, quindi non interessa direttamente.
Della prima, che è anche detta time reversal ci occuperemo più
avanti, dato che l'inversione temporale comporta nella realtà anche
l'inversione della dinamica e le cose non sono affatto immediate; per la
parità non ci resta che riscriverci la (2.25) con
l'espressione appena data e si ottiene, chiamata
:
ma adesso basta notare che a secondo membro non si hanno altro che le
per cui se usiamo la (2.21)
possiamo scrivere:
per cui alla fine si ricava:
dove però non potrà essere un numero qualsiasi perché abbiamo
normalizzato imponendo che sia ; per cui potrà essere
, ed in generale si usa scrivere la matrice di trasformazione
come:
|
(3.45) |
e la scelta dei quattro valori per il fattore di fase è ininfluente dato che
l'unica condizione fisica che si può richiedere è che quattro
riflessioni riportino lo spinore in se stesso, in analogia con le rotazioni dei
radianti.
Dalla (2.45) è evidente che
. Si noti infine che il limite non relativistico degli
spinori è un autostato di e che gli stati ad energia positiva e negativa
hanno autovalore opposto, cioè, come si suol dire, opposta parità
intrinseca.
Infine si può notare che dalla (2.45) è
evidente che che soddisfa la solita equazione per i coniugati delle
trasformazioni; la formula può essere dimostrata però in maniera del tutto
generale prendendo la coniugata della (2.25):
adesso in questa si può usare la (2.21), e tenendo
conto che
si ha:
e questa moltiplicando a destra e a sinistra per diventa:
e ora si può riutilizzare la (2.25) per il primo
membro ottenendo:
vale a dire, moltiplicando a sinistra per e a destra per :
ma siccome
è evidente che:
per cui in definitiva si ottiene:
vale a dire che:
cioè la matrice
commuta con
tutte le
, per cui, per il lemma di Shur che dice che quando un
elemento commuta con tutti gli elementi dell'algebra deve essere un multiplo
dell'unità, si ha:
|
(3.46) |
e adesso non può essere qualsiasi perché dato che tutti i determinanti
di , e delle
sono unitari deve essere:
per cui si ha che
; però la coniugata della
(2.46) ci dice che:
che moltiplicata a sinistra per ci da:
mentre la (2.46) moltiplicata a destra per
ci dà:
per cui è
e quindi
.
Adesso, se ricapitoliamo quanto fin qui ottenuto, possiamo ottenere
l'espressione che cercavamo partendo ancora dalla
(2.46) moltiplicata a sinistra e per
e a destra per , si ha:
|
(3.47) |
e possiamo anche determinare definitivamente il segno; per farlo consideriamo
la traccia:
evidentemente questo è un operatore hermitiano e positivo, quindi la traccia
deve essere positiva; però si può scrivere:
ma dalla (2.47) si ha
dunque:
e adesso possiamo sfruttare la (2.25) con
per cui alla fine:
dunque presa la traccia si ha:
ma abbiamo visto al paragrafo §2.2.2 che le hanno tutte traccia nulla,
quindi alla fine resta:
così se
si ha , mentre se
si ha
, e questo avviene quando c'è inversione temporale.
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Simone Piccardi
2003-02-20