Come rimuovere alcune funzionalità di Firefox fra l’indesiderato e l’insopportabile…

Ho iniziato ad usare Firefox da quando uscirono le prime versioni, e finora non ho mai smesso di usarlo come mio browser principale, decisione che non ho mai rimpianto e che non ho nessuna intenzione di cambiare, nonostante ogni tanto si manifesti una spiacevole tendenza ad imporre all’utente alcune nuove funzionalità che per i miei gusti stanno fra l’indesiderato e l’insopportabile.

Per fortuna finora gli sviluppatori han sempre lasciato la possibilità di rimuoverle, sempre che uno abbia la sufficiente pazienza per andarsi a cercare a giro per impostazioni, menù contestuali, about:config ecc. ecc, come farlo, operazione spesso tutt’altro che immediata.

Con l’ulteriore seccatura poi che ad ogni nuova installazione tocca rifare tutto da capo.

Per evitar tutto ciò esiste per fortuna una possibilità: identificare quali sono le chiavi di configurazione che impostano il comportamento voluto, e metterle dentro il file user.js del proprio profilo a colpi di user_pref().

Certo, non sarà un metodo molto user-friendly, ma fa senz’altro perdere molto meno tempo. Una piccola compilazione di quelle che ho trovato finora è la seguente, la condivido per chi fosse interessato:

  • Per evitare che sparisca il nome del protocollo dalle URL nella barra, seccatura di cui avevo già parlato qui:
    // Avoid Firefox removing protocol name from URL
    user_pref("browser.urlbar.trimURLs", false);

  • Per evitare che tutte le volte che propone le credenziali salvate di un sito lo faccia andandosi a cercare anche tutte quelle degli altri sottodomini comuni:
    // Do not search saved user/password in other subdomains
    user_pref("signon.includeOtherSubdomainsInLookup", false);

  • Se voglio incollare un testo che ho copiato, gradirei poterlo fare, indipendentemente da quel che pretendono certi siti antipatici:
    // Consent cut&paste in blocked fields by stupid sites
    user_pref("dom.event.clipboardevents.enabled", false);

  • Gradirei che se uso la search bar, quel che cerco resti li e non me lo metta nella URL bar, facendo sparire quel che c’è:
    // Use the search engine in the search bar, not in the URL bar
    user_pref("browser.newtabpage.activity-stream.improvesearch.handoffToAwesomebar", false);

  • Non mi interessano i suggerimenti di Pocket:
    // Remove Pocket suggestions
    user_pref("browser.newtabpage.activity-stream.feeds.section.topstories", false);

  • E il bottone di firefox-view a sinistra leva spazio alla barra dei tab per una cosa che mi è assolutamente inutile:
    // Remove left firefox-view button from tab bar
    user_pref("browser.tabs.firefox-view", false);

articoli, documentazione

Le slides della presentazione di Ansible

Pubblico qui il PDF delle slides usate nella presentazione effettuata al Golem lo scorso 3 ottobre 2023:

Ansible

documentazione

Presentazione di Ansible

Martedì 3 ottobre 2023 dalle ore 21:00, presso la sede del Gruppo
Operativo Linux EMpoli (Golem, https://golem.linux.it), Area “La Vela –
Margherita Hack” Via Magolo, 32, Empoli farò una presentazione di Ansible.

Le slides della presentazione, disponibili comunque in formato sorgente sul git della documentazione pubblica di Truelite (https://labs.truelite.it/projects/truedoc/wiki/) verranno successivamente pubblicate qui in PDF.

news

Gimp e la complicazione del pannello strumenti

Ancora una volta mi trovo a disagio per una “innovazione” dell’interfaccia in seguito al passaggio di versione di un programma, che comporta un cambiamento delle stessa ad un nuovo default fatto per ragioni che mi sfuggono totalmente.

Il programma è gimp, e con il passaggio alla versione 2.10 mi sono trovato compresse in tre righe le icone degli strumenti nel relativo pannello, riordinate in maniera del tutto diversa rispetto alle precedenti, col risultato di dovermi trovare a cercare dove fosse finito lo strumento delle rotazioni.

Pare infatti che, per rendere ancora più ampio lo spazio verticale inutilizzato nel pannello strumenti, gli stessi sono stati raggruppati per tipo sotto icone singole. Solo che nel pannello compare solo quella relaivo all’ultimo strumento del gruppo che si è selezionata. Per cui la rotazione era sparita, e mi ci è voluto un po’ per capire che bisognava tener premuto l’icona presente (nel default quella della trasformazione unificata), per fare apparire un menù contestuale dal quale poi scegliere quella della rotazione.

Per cui se poi vuoi scalare o riflettere ti tocca rifare il giochino e quello che prima prendeva un click sull’icona giusta, ora comporta un premi e tieni premuto più scegli dal menu a tendina. Certo, si ha un sacco di spazio verticale vuoto in più, ma io continuo a preferire dover fare un click singolo per selezionare uno strumento da una tabella più ampia che me li presenta tutti (dato che questa comunque ci sta più che comodamente).

Per fortuna si può riportare il funzionamento alle icone non raggruppate dalle preferenze, cosa che ho fatto subito, ma resto come sempre abbastanza seccato dalla mania degli sviluppatori di volerti imporre le loro scelte. Non è che ci vuole poi tanto ad accorgersi che è la prima volta che si esegue una nuova versione e chiedere all’incauto utente se preferisce mantenere le cose come le ha sempre usate da anni, o usare la nuova ipersofisticata (in questo caso inutilmente) interfaccia.

Questo ovviamente fintanto che non si considera l’utente un totale idiota incapace anche di scegliere come si trova meglio. Continuare a trovarmi in situazioni in cui scopro di essere considerato così è oggettivamente seccante, e pure offensivo.

articoli

Pubblicata la seconda edizione di Integrazione sistemistica con LDAP

E’ stata da poco pubblicata da Truelite la seconda edizione del mio testo su LDAP, “Integrazione sistemistica con LDAP”. Trovate tutti i dettagli a partire da:

https://www.truelite.it/Integrazione-Sistemistica-con-LDAP/

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Pubblicata la quinta edizione di Amministrare GNU/Linux

E’ stata da poco pubblicata da Truelite la quinta edizione del mio testo sull’amministrazione di sistema, “Amministrare GNU/Linux”. Trovate tutti i dettagli a partire da:

https://www.truelite.it/news/amministrare-gnu-linux-pubblicata-la-%20quinta-edizione/

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Pubblicato un articolo ed un PDF su Let’s Encrypt

Da alcuni mesi è diventata operativa e disponibile la Certification Authority indipendente Let’s Encrypt, che consente finalmente poter ottenere a costo zero certificati SSL validi per un numero di siti arbitrari, rendendo facile ed accessibile a tutti il passaggio ad SSL.

Con Truelite ho appena pubblicato una guida su come farne uso (il PDF è a questo indirizzo), con dettagli sull’installazione e la configurazione dei vari servizi, che a breve verrà messa in pratica anche su questo sito.

Il testo originale dell’articolo, che verrà mantenuto aggiornato, si trova su questa pagina:

https://labs.truelite.it/projects/truedoc/wiki/UsareLetsEncrypt

articoli

La libertà di sbagliare giusto…

Ancora una perla di arroganza da parte di sviluppatori fissati con l’idea che il concetto di user-friendly si deve tradurre nel concetto che tu, per principio, sei un completo idiota, incapace di fare una configurazione da solo, e che devono essere loro a sistemare tutto per te.

Stavolta il problema l’ho avuto con il nuovo “wizard” per la creazione di nuovi account di posta elettronica di cui hanno dotato Thunderbird, il quale, seguendo lo stile in voga, cerca di fare tutto lui. Sono sicuro che nella maggioranza dei casi questo va benissimo, ma capita talvolta di dover usare delle configurazioni che risultano essere al di là delle capacità divinatorie del suddetto “wizard” per cui occorre avere una alternativa.

Qualcuno per fortuna si deve essere ricordato che una delle caratteristiche costitutive di qualunque sistema di configurazione automatica è quella di trovarsi di fronte a casi in cui la sudetta fallisce miseramente, per cui il suddeddo “wizard” è stato saggiamente dotato di un pulsante “configurazione manuale” che dovrebbe in teoria consentirvi di mettere quel che vi pare.

Ed in effetti vi fa mettere quello che vi pare, se non fosse che pare ovviamente inconcepibile allo sviluppatore medio avere un utente che non è un idiota e che sa esattamente quali sono le impostazioni che funzioneranno, anche quando il suo beneamato “wizard” (nel caso un po’ più idiota dell’utente) non riesce a riconoscerle.

Il risultato di detta assunzione è che qualunque impostazione facciate l’ormai stracitato wizard si arroga comunque il diritto di “riesaminare”  il tutto prima di consentirvi di dichiarare di aver “fatto“. In grassetto in nomi dei relativi pulsanti, il secondo dei quali resta grigio ed inutilizzabile fintanto che non avete passato il “riesame”.

Ovviamente dato che il riesame viene fatto dallo stesso programma che ha già fallito, risulta abbastanza comune che questo continui a fallire miseramente, vanificando così del tutto l’idea della “configurazione manuale” che avevate avuto l’ardire di scegliere. Sarò strano ad avere certe idee ma mi pare naturale che se voglio fare una configurazione manuale non voglio usare il wizard, per quanto inconcepibile questo possa apparire allo sviluppatore medio di interfacce grafiche…

Ma pensare che un utente possa sapere come funzionano le cose è ovviamente impossibile per cui la cosa va verificata, ed alla fine si resta nell’impossibilità di proseguire nella configurazione manuale a meno di non trovarne una, anche completamente sballata, che però passi il famoso “riesame”. Solo allora si potrà finalmente avere un account in cui mettere a mano i dati giusti con l’interfaccia di gestione ordinaria.

Sulla idiozia di questa misura di prevenzione contro gli idioti potrei spendere parole assai pesanti (visto il tempo che mi ha fatto perdere). Ho trovato pure suggerimenti del tipo farsi un account esterno che venga riconosciuto ad uso del wizard…

Per evitare che altri debbano ritrovarsi nella stessa condizione (e che gli accidenti inviati ai geniali sviluppatori, a forza di accumularsi, finiscano per avere davvero effetto) riporto quella che è risultata la misura più semplice per aggirare il problema: mettere preventivamente offline Thunderbird.

In questo caso il nostro “mago” si vede privato della sua magia e costretto a dare forfait, così una volta messo un indirizzo di posta nella prima schermata si può selezionare il pulsante “configurazione avanzata” che crea la voce nell’interfaccia di gestione degli account come veniva fatto una volta, senza essere forzati al passaggio, con tanto di esame finale, dal “wizard” ignorante.

articoli

Aggiornare Drupal, preparatevi un calmante…

Drupal sarà un ottimo CMS con grandissime capacità, testimoniate dalla sua adozione anche da enti prestigiosi come la Casa Bianca, purtroppo però non mi pare che gli sviluppatori abbiano dedicato altrettanta cura alla modalità con cui eseguire un’operazione forse scarsamente interessante sul piano delle funzionalità ma ad occhio abbastanza fondamentale per il suo utilizzo come quella dell’aggiornamento.

Quelle che seguono sono le note per eseguire l’aggiornamento (si fa riferimento alla versione 6, non ho idea se con la 7 le cose sono cambiate) accompagnate da alcuni suggerimenti per mitigare lo stress relativo ad una operazione che rischia di avere impatti seri sull’aumento del momento di inerzia delle proprie appendici inferiori.

  1. Collegarsi al sito come admin (utente 1).
  2. Collegarsi in SSH al proprio server e piazzarsi in una directory temporanea dove scaricare le cose e copiare i dati.
  3. Eseguire un dump del DB con:
    mysqldump -u root databasenme > databasename-dump.sql
  4. Per maggiore prudenza copiare tutti i dati del sito, con qualcosa del tipo:
    cp -a /var/www/sitodrupal sitodrupal_old
  5. Dall’interfaccia web cui ci è collegati come utente amministrativo mettere il sito in manutenzione e cambiare tema a bluemarine (o altro tema standard).
  6. Fare una serie di screenshot della pagina dei moduli (http://www.sitodrupal.it/admin/build/modules) per salvarsi quelli sono attivi. Come misura antistress si inizi al contempo a stramaledire il genio che progettato questa interfaccia di gestione che non ha altro modo di salvarsi lo stato corrente dei moduli attivi che non sia quello di segnarsi a mano cosa è attivato (l’ultima volta mi ci sono voluti 9 screenshot).
  7. Iniziare a disabilitare i moduli aggiuntivi per cui è possibile farlo subito, dato che alcuni non possono essere disabilitati perché altri (che comunque dovranno essere disabilitati) dipendono da loro.  Il genio di cui sopra non ha pensato ad un “disabilita tutto” o “disabilita anche le dipendenze”, per cui non bisogna dimenticarsi di manifestargli il proprio apprezzamento con un’ulteriore serie di accidenti.
  8. Salvare le impostazioni e ripetere il passo precedente ridisabilitando ad ogni giro quelli che diventano disponibili per la disabilitazione (mi ci sono volute 4 iterazioni l’ultima volta). Ricordarsi di ripetere per buon conto accidenti e maledizioni ad ogni giro, preferibilmente in progressione esponenziale.
  9. Scaricare sul server la nuova versione di Drupal che si intende installare, con qualcosa del tipo:
    wget http://ftp.drupal.org/files/projects/drupal-XX.tar.gz
  10. Adesso in teoria si dovrebbe scompattare la nuova versione in una directory, e ricopiare dalla directory originale del sito i contenuti mancanti (le directory sites, files, ed i vari file più la selva dei moduli che sono stati installati in più), se però vi sentite avventurosi, o molto più probabilmente se i passi precedenti vi hanno già fatto salire il livello di bile oltre la stratosfera e vorreste evitare di perdere ulteriore tempo per una operazione che a questo punto si sarà già protratta eccessivamente, potete sempre scompattare direttamente la nuova versione di Drupal sopra la vecchia con:
    tar -xzf drupal-XX.tar.gz --strip-components=1 -C /var/www/sitodrupal/

    mandando a quel paese oltre al genio precedente anche quanto sta scritto in UPGRADE.txt.

  11. A questo punto si dovrà eseguire l’aggiornamento via interfaccia web andando sulla URL http://www.sito.it/update.php. Se non funziona, visto l’ambaradan cui siete stati costretti (ed il notevole tempo perso inutilmente), si consiglia di munirsi di motosega e cercare qualche sviluppatore di Drupal su cui sfogarsi… Per quanto mi riguarda finora è sempre andata bene (agli sviluppatori di Drupal).
  12. Finito l’aggiornamento si dovrà iniziare a riabilitare i moduli che erano attivi (da ritrovare grazie agli screenshot che si erano fatti al passo 6), ripetendo ad ogni buon conto l’aggiornamento anche dopo la riabilitazione, e ovviamente anche l’invio delle opportune maledizioni a chi vi ha costretto a questa assurda procedura.
  13. Come ultimo passo si potrà reimpostare il tema originale e rimettere il sito on-line.

C’è ancora qualcuno che si stupisce che WordPress ha più successo?

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Povera informatica…

… se chi la insegna viene selezionato in base alle domande del concorsone del ministero. Ma soprattutto c’è da vergognarsi che al ministero facciano un concorso con delle domande simili, come giustamente fa notare Renzo Davoli qui:

http://www.bononia.it/~renzo/vergogna.html

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