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L'invarianza per traslazioni e rotazioni.
Un caso particolare di invarianza che ci deve essere per tutti i sistemi
relativistici è quella per le traslazioni spazio-temporali e per le
trasformazioni di Lorentz; vediamo allora cosa comporta per esse il teorema
della Noeter.
Cominciamo con le traslazioni spazio-temporali, in questo caso una
trasformazione infinitesima delle coordinate si può sempre scrivere nella
forma:
se questa però vogliamo usarla per sfruttare quanto visto usando la forma
generica delle trasformazioni vista nelle (4.17)
dovremo riscriverla in una forma più opportuna come:
e questa ci mostra come in questo caso l'indice diventi un indice
covariante e come in questo caso sia
,
i campi invece sono comunque invarianti per traslazione per cui
ed evidentemente
dunque dalla
(4.18) si ha immediatamente:
Per le trasformazioni di Lorentz le cose sono un po' più complesse, infatti se
vogliamo mantenere le notazioni tensoriali che ci danno le proprietà di
tensoriali dei sei angoli covarianti
che sono i
parametri indipendenti delle trasformazioni, bisogna stare molto attenti alla
proprietà di antisimmetria
ed al
fatto che quando si fa la semplificazione dei parametri che porta alla
(4.18) occorre semplificare su
relazioni indipendenti, ed una relazione del tipo
non comporta più
dato che la parte
simmetrica di quest'ultimo nel prodotto è nulla in ogni caso.
Al solito allora potremo effettuare la semplificazione ed ottenere relazioni
indipendenti soltanto con quantità antisimmetriche negli indici. Nel
§2.3.2 abbiamo visto che le trasformazioni infinitesime sono
date dalla (2.28) per cui le coordinate si
possono esprimere come:
per cui sarà:
ma qui non ho una quantità antisimmetrica a moltiplicare
per cui si deve antisimmetrizzare questa come:
e questa ha tutti i coefficienti indipendenti per cui possiamo inserire
nella (4.18) il termine:
dove al posto di si hanno gli indici e .
Per i campi le cose sono più complesse dato che il loro comportamento dipende
da cosa il campo rappresenta; se il campo è scalare ovviamente sarà invariante
e gli saranno nulli; ma si possono avere campi vettoriali, tensoriali ecc.
nel qual caso le trasformazioni di Lorentz mescoleranno opportunamente le
varie componenti. In genere i campi che si usano sono o campi spinoriali di
spin 1/2 come il campo di Dirac o campi vettoriali come il campo
elettromagnetico; in questi casi i generatori sono matrici nello
spazio vettoriale dei campi e allora si usa scrivere in componenti che:
dove le
(antisimmetriche in e ) fanno le veci
di quelle che per le rotazioni normali sono le matrici di Pauli (ed è
questa la ragione del fattore 1/2); da questa si ottiene:
nel caso del campo di Dirac poi conosciamo già le
e
abbiamo visto che sono le matrici
incontrate al
§2.3.2 ed espresse dalla (2.33).
Adesso per trovare le quantità conservate associate alle trasformazioni di
Lorentz possiamo sostituire le espressioni trovate per e nella
(4.18) ottenendo:
e se definiamo il tensore densità di momento angolare:
|
(5.19) |
(antisimmetrico in e ) la precedente diventa:
ed in generale se i campi sono qualcosa di più complesso dovremo lasciare
l'ultimo termine della (4.19) in forma implicita come
.
Viste queste relazioni si possono studiare le quantità conservate, dal tensore
energia-impulso si ottengono le costanti del moto relative all'invarianza per
traslazione del sistema, che sono dunque le componenti del quadrimpulso dei
campi date da:
dal tensore densità di momento angolare si ottengono invece le costanti del
moto derivanti dall'invarianza di rotazione che sono le sei componenti del
tensore di momento angolare definite dalla relazione:
(che evidentemente è un tensore antisimmetrico per le proprietà degli ultimi
due indici del tensore densità di momento angolare).
Un modo alternativo di dimostrare la conservazione del quadrimpulso si può
ottenere sfruttando direttamente le equazioni del moto; dalla definizione del
tensore energia-impulso si ha che:
adesso possiamo usare le equazioni del moto per il primo di questi tre addendi
ottenendo:
(si è anche esplicitata la derivata nel secondo e sistemato l'indice nel
terzo); adesso però se non dipende da (cosa sempre vera quando
c'è invarianza per traslazione), avremo che:
che sostituito nella precedente ci da immediatamente:
e la regolarità dei campi ci assicura che, per il teorema di Schwartz, anche la
parentesi tonda è nulla per cui si ottiene la conservazione del quadrimpulso.
Per il momento angolare le cose sono ovviamente più complesse; ovviamente è
sempre naturale definirlo come
da cui derivando:
adesso qui
per cui con pochi conti si
ottiene che:
dunque, a meno che
non sia simmetrico
non ci da una quantità conservata; il che è logico dato che questo è solo il
momento angolare orbitale, e ci manca lo spin trasportato dal campo stesso.
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Simone Piccardi
2003-02-20