Abbiamo già visto al §4.3.1 la trattazione lagrangiana covariante delle leggi di Maxwell; la procedura di quantizzazione canonica si applica ai campi standard costruendo i momenti coniugati definiti dalla relazione:
Per semplificare le cose tratteremo solo il caso del campo libero; in questo caso la lagrangiana del campo (4.28) si riduce a:
Dalla (5.1) si ottiene subito che l'espressione per gli impulsi canonici è:
Oltre a questo si ha una ulteriore relazione fra gli impulsi canonici, che è conseguenza delle equazioni del moto, esse infatti si possono scrivere come:
Il problema che si ha adesso di fronte è quello di come effettuare la quantizzazione di una teoria dove l'invarianza di gauge comporta dei vincoli, usando la procedura standard e mantenendo la covarianza a vista; vedremo che questo è molto complesso e che in realtà si riesce a farlo bene solo con una trattazione diversa da quella seguita finora.
Le strade per effettuare la quantizzazione possono essere diverse, una prima può essere quella di rinunciare alla covarianza a vista per andare a cercare i gradi di libertà effettivi e poi quantizzare quelli con la procedura canonica; si otterranno così una serie di relazioni che non sono né covarianti e né gauge invarianti, e bisognerà poi dimostrare alla fine (cosa tutt'altro che banale) che i risultati ottenuti per le quantità fisiche sono effettivamente covarianti e gauge invarianti.
Un'altra strada è quella di modificare la lagrangiana per avere un momento coniugato non nullo ed usare la quantizzazione ordinaria introducendo dei gradi di libertà fittizi; questo conduce a uno spazio di Hilbert più ampio del voluto (e tra l'altro con metrica indefinita) su cui però si può definire un sottospazio degli stati fisici, conservato nelle interazioni, su cui si va a costruire la teoria, dimostrando che si conserva la covarianza e l'invarianza di gauge.
Una terza strada, che è quella in cui è più facile far emergere la covarianza della teoria, è l'uso del metodo del path integral si ha una formulazione finale estremamente intuitiva, anche se per ottenerla il procedimento è tutt'altro che banale, perché occorre scrivere il path integral prima per una gauge generica in cui ci si sia ridotti ai campi effettivamente indipendenti, e poi tornare indietro agli generici con un opportuno procedimento che porti a una covarianza a vista della teoria.
L'espressione generica per il path integral di un campo di lagrangiana è data da:
L'idea è che se introduciamo la delta di Dirac funzionale, cioè il funzionale tale che:
Questa è effettivamente la formula che si ottiene, ma bisogna mostrare che la procedura è corretta partendo da ciò che si sa essere corretto, cioè il path integral applicato a campi indipendenti.