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La quadrivelocità
Non si può definire la velocità come perché non è invariante,
e questo non sarebbe un quadrivettore; dobbiamo seguire allora un'altra
strada. Conosciamo però un invariante fondamentale che è l'elemento di linea:
per cui è possibile definire un quadrivettore:
ma questa non ha le dimensioni giuste; notiamo allora che:
da cui segue immediatamente che:
e da questa si vede subito, dato che e sono invarianti, che se
definiamo:
|
(2.34) |
si ottiene un invariante con le dimensioni di un tempo. Più precisamente si
può notare che questo è il tempo che segna l'orologio solidale con una
particella in moto (nel sistema solidale e quindi
) ed è
per questo chiamato tempo proprio.
Si noti che in un qualsiasi sistema di riferimento un certo intervallo di
tempo proprio verrà misurato integrando l'inversa della
(1.34), cioè sarà:
e questa ci mostra l'effetto noto come dilatazione del tempo, infatti
per una particella in moto a velocità costante si ha la relazione
.
Con il tempo proprio possiamo definire un quadrivettore con le dimensioni
corrispondenti a quelle di una velocità, che chiameremo appunto
quadrivelocità:
|
(2.35) |
e se usiamo la (1.34) otteniamo subito che:
|
(2.36) |
e si vede subito che, contrariamente a
,
non è la
parte spaziale di un quadrivettore, mentre lo è
, per cui
non è affatto immediata l'identificazione di come una velocità
ordinaria.
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Simone Piccardi
2003-02-20