La configurazione base di LDAP, fatta da debconf all'installazione del pacchetto slapd, crea un elenco iniziale che contiene una infrastruttura minimale, con soltanto la radice del dominio e l'utente usato per l'amministrazione. Per poter inserire le ulteriori informazioni sull'elenco occorre predisporre una infrastruttura di base che permetta di inserirle in appropriati rami separati dell'albero.
Per inserire i dati nell'elenco faremo uso degli script di migrazione che, oltre alla infrastruttura di base, permettono anche di convertire le varie informazioni riguardo password, hostname, servizi, ecc. in opportuni file .ldif da immettere nell'elenco. Il pacchetto che fornisce detti script è migrationtools, e si può installare direttamente con apt-get.
Prima di poter utilizzare gli script di migrazione, che vengono installati in /usr/share/migrationtools/, occorre preparare il file /etc/migrationtools/migrate_common.ph, che contiene le impostazioni di base dell'elenco, adattando le righe seguenti al proprio caso:
# Default DNS domain $DEFAULT_MAIL_DOMAIN = "gnulinux.it"; # Default base $DEFAULT_BASE = "dc=gnulinux,dc=it";dopo di che il file deve essere copiato in /usr/share/migrationtools/ insieme agli altri script, o essere referenziato con un link simbolico. Per usare gli script di conversione ci si dovrà porre in detta directory.
A questo punto si può creare l'infrastruttura base per il nostro elenco. Lo script migrate_base.pl permette di creare un file .ldif che contiene quanto necessario; il comando è:
[root@havnor migrationtools]# ./migrate_base.pl > base.ldif
L'infrastruttura è basata su una serie di campi ou (della classe organizationalUnit) che devono essere inseriti nell'albero per fare da radice delle varie sezioni al cui interno inseriremo i dati relativi ai servizi che possono essere spostati su LDAP. Un esempio di una queste voci, estratta da base.ldif è:
dn: ou=Hosts,dc=gnulinux,dc=it ou: Hosts objectClass: top objectClass: organizationalUnitche definisce la radice della sezione di albero su cui verrà mantenuto l'elenco degli host che sostituirà quello di /etc/hosts.
Alcune delle nuove voci sono superflue, inoltre sono previste delle voci per NIS (che certamente non interessano in quanto lo sostituiremo con LDAP) inoltre alcune voci possono essere duplicate (come People e la base dell'albero) impedendo il funzionamento del comando di importazione. Per questo conviene comunque modificare base.ldif per adattarlo ai propri scopi, dopo di che si potranno inserire le nuove voci nell'elenco con il comando:
ldapadd -x -D"cn=admin,dc=gnulinux,dc=it" -W -f base.ldifdove il significato delle varie opzioni è lo stesso che abbiamo già visto in sez. 4.3 per ldapsearch, tranne per l'ultima (-f) che in questo caso specifica il file che contiene le voci da aggiungere.